Sabato a Roma si sono raggruppate circa 2000 persone per protestare contro le misure di prevenzione messe in atto dal governo contro il Covid-19. L’hanno definita “Marcia della liberazione”, hanno urlato slogan come: “No alla dittatura sanitaria strumento di una dittatura più grande che serve a distruggere la società occidentale”, per alcuni «La mascherina è dannosa, ci fa respirare la nostra anidride carbonica» e secondo altri «già tre bambini sono morti in Germania di asfissia».
No Vax, complottasti, fascisti, Qanon chi sono i No mask?
In tutto il mondo, soprattutto quello occidentale, si moltiplicano le proteste dei cosiddetti “No mask”, ossia coloro che sono contro l’uso delle mascherine, che vengono considerate “un abominio per controllare la gente”. Il fronte che protesta contro la “dittatura delle mascherine” è variegato: a condividere la stessa rabbia per le politiche governative sono le famiglie che rivendicano il proprio diritto a scendere in piazza, ultrà di destra, cospirazionisti, No-Vax e anche chi si richiama ai Qanon.

Uno striscione presente alla manifestazione di sabato 10 ottobre a Roma
In Italia sono allineati a personaggi come Stefano Montanari, famoso soprattutto per la sua “intensa attività di propaganda antiscientifica”, soprattutto attraverso studi di dubbia qualità, dove sostiene l’esistenza di presunte contaminazioni rilevanti nei vaccini, punto di riferimento in ambito «free-vax». Che è stato anche denunciato dagli scienziati di Patto trasversale per la scienza (Pts) “per le gravi affermazioni sulla diffusione, contenimento e cura del SARS-CoV-2 e della malattia COVID 19 e per le tesi complottistiche anti-vaccinali, contenute in vari video ed interviste dello stesso”. Sulle loro bacheche vengono postati meme e prese in giro nei confronti di chi indossa la mascherina e pubblicati video di medici o pseudo-medici che vanno in giro per strada senza protezioni individuali e anzi ne sconsigliano l’uso.
La nuova crociata parte in realtà oltreoceano, dagli Stati Uniti. E’ lì che in alcuni negozi, dal Kentucky alla California, sono stati affissi cartelli che a volte sembrano uno scherzo: “Vietato indossare mascherine”, “Qua si entra solo SENZA mascherina”. In barba alla pandemia, il “divieto di mascherina” è il nuovo fronte della protesta di quella parte d’America che fin da subito ha rifiutato il lockdown così come qualsiasi altra misura restrittiva delle libertà personali decisa per contrastare la diffusione del virus. D’altronde, ad essere riluttante sull’uso della mascherina è lo stesso presidente Donald Trump.

E anche in Italia fin da subito non sono mancati gli scettici, rapidamente aumentati durante il lockdown e ora schierati contro la “dittatura sanitaria”. Ma chi sono e perché rifiutano le evidenze scientifiche?
Sicuramente stiamo vivendo una situazione molto spaventosa, una situazione che nessuno nel nostro secolo aveva mai affrontato. E i governi di tutto il mondo hanno avuto difficoltà a capire in tempo e a gestire al meglio la situazione. Il lockdown ha sconvolto tutti, alcuni più di altri, suscitando una reazione che spinge a negare la realtà. Un meccanismo naturale che mette in atto la nostra psiche davanti al pericolo, quando, invece di accettare e affrontare una realtà dura, cerca una via di uscita a tutti i costi. Questo sicuramente ha fatto si che molte persone preferiscano credere che dietro a tutto ciò ci sia un motivo, un complotto, per quanto ciò possa essere crudele.
Teoria del complotto
La teoria del complotto è infatti il tentativo di cercare una spiegazione onnicomprensiva a problemi della realtà che ci mettono in difficoltà, che ci danno preoccupazione. Anche se non esiste una definizione unica e condivisa, in generale le teorie cospirazioniste (o teorie del complotto) appaiono come un tentativo di spiegare un evento, solitamente politico o sociale, non come frutto di attività palesi svolte alla luce del sole, bensì come risultato di un complotto segreto portato avanti da un gruppo di potenti individui o organizzazioni. I complotti aiutano a cercare un’unica spiegazione per giustificare una serie di fatti che ci sembrano difficili da concepire all’interno dello schema mentale che ci siamo costruiti, confortando le nostre paure più profonde, i nostri desideri più nascosti e il nostro stesso modo di interpretare il mondo.
Abbiamo ancora tutti in mente le immagini dei camion militari che portano via decine di bare dagli ospedali di Bergamo, una scena paurosa e sconcertante. È sicuramente più confortante pensare ad esempio che quelle bare fossero vuote e che fosse tutta una scena studiata dal governo per imporci la dittatura sanitaria, per controllarci tutti.

Immagine circolata sul web che vorrebbe dare a intendere che le televisioni abbiano mostrato una foto risalente al 2013 spacciandola per una foto proveniente da Bergamo nei giorni del lockdown. Fake news ampiamente smentita.
Il meccanismo della polarizzazione
E questo meccanismo trova il terreno più fertile sul social network, grazie alla polarizzazione dei gruppi. Dove per polarizzazione si intende la tendenza che dal confronto fra persone con le stesse idee si produce il rafforzamento della posizione di partenza. Ossia se persone di idee simili si confrontano su un argomento, si ritrovano alla fine sulle stesse posizioni, ma più estreme rispetto a quelle precedenti la discussione. E la rete permette agli utenti di esprimere pubblicamente il proprio accordo o il proprio dissenso sull’argomento di volta in volta discusso, e crea gruppi virtuali contrapposti di favorevoli e contrari.
La dinamica della polarizzazione dei gruppi assume caratteristiche potenzialmente molto pericolose sul web, in cui si può trovare di tutto e il contrario di tutto, a prescindere dalla fondatezza della fonte. Così, dopo aver trovato il giusto gruppo, il giusto ambiente, ogni individuo opera rinforzando e radicalizzando la sua posizione; ogni gruppo opera in questo modo e si identifica per contrasto con un antagonista per pura scelta dialettica.
Analfabestismo funzionale e pensiero critico
La rete e i social sicuramente aiutano questi comportamenti, ma non ne sono la causa. Secondo lo Human development report, pubblicazione annuale del Human Development Report Office del United Nations Development Programme (UNDP) pubblicato a marzo 2019, l’analfabetismo funzionale nel nostro paese colpisce quasi la metà della popolazione (47%). Infatti anche se il livello di persone che sanno leggere e scrivere è molto elevato, la percentuale di individui capaci di adottare un’impostazione critica in quest’analisi raggiunge solo il 20% a dispetto della totalità.
Queste teorie complottistiche rappresentano un serio pericolo per la nostra democrazia e anche per la nostra salute, soprattutto visto il difficile periodo storico che stiamo vivendo. Ma non è molto quello che possiamo fare perchè il problema, è che vogliamo tutti noi credere a complotti e fake news quando questi ci rassicurano o ci spiegano l’inspiegabile. Forse l’arma migliore è il pensiero critico, ossia avere buone capacità di riflessione di analisi critica della situazione. Il pensiero critico permette di analizzare le esperienze in maniera obiettiva e può contribuire alla promozione della salute, aiutando i soggetti a riconoscere e valutare i fattori che influenzano i propri atteggiamenti, valori, comportamenti di salute e a limitare le influenze dei coetanei e dei mass-media.
Ecco allora che il pensiero critico può essere un ottimo scudo protettivo e la buona notizia è che ognuno di noi può allenarlo e svilupparlo!